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  • Foto do escritorMassimo Di Felice

Transiti


Né a casa né fuori, né andata né ritorno, né patria né esilio, né tradizione né innovazione, né passato né futuro, ma transizione, traslazione, traduzione, trasmissione, transito, nello spazio, nel tempo, nella psiche, nel linguaggio, nella sessualità, nella società. (Mario Perniola)

L’ altra notte ho sognato di fare una passeggiata con Mario Perniola. Una di quelle lunghe passeggiate senza meta che abbiamo fatto tante volte insieme. Come succede nei sogni il luogo non era definito, non eravamo a Nemi, né a Roma, ne in qualche spiaggia del Brasile. Parlavamo e ridevamo ma non saprei dire di cosa. Ad un certo punto però ricordo di avergli detto: “La fondazione Micheletti ha organizzato un convegno sulle tua opera e mi hanno invitato … cosa vuoi che dica su di te ?... Prima di rispondermi , questo lo ricordo nitidamente, Mario divenne serio e l’ espressione del suo volto si fece severa. “Non voglio essere ricordato come un accademico serioso o come un professore composto e responsabile, poiché io cosi non lo sono mai stato. Sin dai tempi dell’ Università a Torino quando i miei compagni mi chiamavano “signorino tavolino” credendomi uno tutto studio e lavoro, ho sempre rifiutato di essere etichettato in qualche modo o di essere identificato all’ interno di un ordine o di una scuola di pensiero precisi. Al contrario sono sempre stato uno scavezzacollo e uno che ha sempre cercato un punto di vista e un sentire inediti…”

Durante la nostra conversazione ricordo anche di avergli detto che avevo intenzione, per l’ occasione, di fare una mia lettura della sua opera presentando alcuni concetti operativi che mi avevano aiutato a pensare e descrivere la “forma rete” e le ecologie interattive delle architetture digitali che ci imponevano di ricercare una nuova idea di comunicazione. La mia libera interpretazione di parti del suo pensiero si basava sulla rivisitazione del concetto di “transito”, su quello del “sentire trans-organico”, sulla descrizione della “cosa videomatica”… e, soprattutto, sull’ approfondimento del concetto Backtiano di essotopia da lui definito come “ l’ esperienza di un sentire dislocato fuori dal soggetto”, che coniugato con il concetto heideggeriano dell’ abitare, mi aveva aiutato a comprendere e a descrivere la qualità complessa, né interna, né esterna, delle relazioni tra umani e non umani nelle reti digitali. Un sentire e un abitare né soggettivo né tecnico, né umano né artificiale, né organico né sintetico….né vivo… né morto…

Mario, come spesso faceva quando mi ascoltava, anche nel sogno non replicava offrendomi un prolungato silenzio…

“Di anche che, a differenza di molti, io ho sempre creduto in quello che dico… molti filosofi e intellettuali non credono veramente, fino in fondo in ciò che dicono…. Io ci credo.”

Ricordo che ci facemmo qualche ulteriore risata quando gli ricordai del mio commento al suo libro “contro la comunicazione” : “scrivere un libro contro la comunicazione è come fare un film contro il cinema o eseguire una melodia contro la musica…” gli dissi.

Poi sempre con il suo sorriso naturale mi disse: “la cosa più bella che ho fatto nella mia vita è stata mia figlia… mi è venuta proprio bene…”

E continuando mi disse ancora : “non si possono fare grandi opere dentro l’ università… che è sempre di più divenuta un luogo burocratico e noioso… dove le persone non credono in quello che dicono.. ”

Tra le diverse etnie amerindie che abitano nei territori non urbanizzati del Brasile, non esiste una separazione chiara e netta tra il sogno e la realtà. Ricordo che durante una mia visita ad un aldeia del popolo Guajajara, sperduta all’ interno dello stato del Maranhão, la mattina gli abitanti del villaggio mi chiedevano sempre cosa avessi sognato durante la notte. All’ inizio io non riuscivo a capirne la ragione. In seguiti mi spiegarono che per loro i sogni erano veri e tutto quello che si sognava nel sonno era avvenuto davvero. I sogni per loro non avevano una funzione premonitrice del futuro, ne erano reminiscenze del passato o di esperienze già vissute, semplicemente erano veri, parti notturne di vita esattamente uguali a quelle realizzate durante il giorno.

Il prossimo 11 Gennaio sarò a Brescia per partecipare ad una conferenza sul pensiero e l’ opera di Mario Perniola organizzata dalla fondazione Luigi Micheletti.

https://www.facebook.com/events/293385864638127/

Di seguito le due ultime conferenze tenute da Mario in Brasile

La prima dal titolo come sente una pianta, tenuta alla Casa das Rosas a S. Paulo, il 9 settembre del 2014, all’ interno del ciclo Redes Communitas, organizzato dal centro di ricerca internazionale sulle reti digitali Atopos.

La seconda, tenuta all’ università di S. Paulo USP, il 16 Aprile del 2016, presso la Escola de Comunicaçoes e Artes - ECA, all’ interno del primo seminario internazionale Aoristos, sentires em redes,organizzato dal centro di ricerca internazionale sulle reti digitali Atopos

https://www.youtube.com/watch?v=YEfMcY0CoSw&list=PL0mU_yxzY2YXpGu8cYkGcREFpnO3gSVxA


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