Dai parlamenti alle reti trans-organiche
Come la pandemia ha reso obsoleta l’ idea occidentale di politica
Non è possibile affrontare una pandemia con la nuda ragione e "il cielo stellato sopra di noi". Quando i nostri nipoti studieranno la storia dei nostri giorni identificheranno la nostra epoca come un momento di passaggio, un punto di svolta tra una forma di società, organizzata politicamente, attraverso parlamenti, elezioni e pratiche democratiche, ad un'altra.
La pandemia ha mostrato con chiarezza un cambiamento epocale nella architettura dei processi decisionali e nella stessa idea di politica, cosi come é stata sviluppata e pensata in occidente. Dinanzi alla diffusione del contagio i politici e i parlamenti di tutto il mondo hanno delegato il processo decisionale alle equipe di scienziati che, a loro volta, dipendevano, per le loro analisi, dai dati, ossia dagli insiemi di sensori, algoritmi, software e data base che riuscivano a monitorare l’ evoluzione del contagio e la disseminazione del virus. Come già avvenuto con la diffusione delle architetture delle reti digitali, il virus e la pandemia hanno ulteriormente dislocato i processi decisionali oltre i parlamenti, i partiti, le ideologie e la politica degli umani, estendendoli alle complessità ecologiche di reti di dati, di software, di virus e di sostanze diverse.
Dinanzi a tale complessità il processo decisionale prende forme e si sviluppa non più politicamente ma per mezzo di una ecologia complessa composta da attori diversi (dati, software, algoritmi, virus, medicinali, sostanze chimiche, persone etc.) ognuno dei quali, in quanto connesso e trasformato in dati, è portato ad agire dagli altri. Come chiarito dalle leggi dell’ interazione nelle reti, all’ interno di tali interdipendenti complessità nessuno è autonomo e pianamente responsabile della propria azione che, al contrario, è sempre il risultato conseguente di un ampio numero di interazioni complesse. Un agire non più semplicemente soggettivo, strategico, razionale e transitivo.
La descrizione di tale nuove ecologie transorganiche e reticolari non ha niente a che vedere con le definizioni delle diverse forme di governo di aristotelica memoria, (monarchia, governo di uno, aristocrazia, governo degli esperti, democrazia governo del popolo). Né deve essere pensata come la perdita della autonomia dell’ uomo e del suo potere decisionale, poiché questa non è mai esistita se non nell’ immaginaria visione dell’ umanesimo occidentale e nel suo politiico (metafisico) pensiero.
Ciò che sta alla base del passaggio dai processi politici parlamentari, dalle sfere pubbliche opinative alla trans-organicità non è la dislocazione dei processi decisionali ai non umani (dati, algoritmi, software, virus, clima etc.), come narrato dall’ immaginario fantascientifico, ma la costruzione di una ecologia non più soggetto-centrica del mondo. Si tratta della fine dell’ illusione dell’ azione del soggetto politico e dell’ idea di realtà prodotta dal pensiero occidentale. L’ oggettività del mondo e la supremazia in questo dell’ agire dell’ umano è soppiantata dall’ avvento di una ecologia pandemica delle interazioni, emergente e algoritmica che sostituisce l’ agire politico del soggetto con le connessionni in reti complesse, sviluppatesi attraverso la trasformazione di ogni entità in dati.
Il virus e la pandemia hanno mostrato con chiarezza la forza dell’ azione dei virus e del mondo sull’ uomo, determinando la morte dell’ idea politica occidentale basata sull’illusione dell’ autonomia decisionale del soggetto razionale sul mondo.
Hannah Arendt, ispirata da Aristotele sosteneva che il mondo animale, cosi come quello vegetale, non avesse niente a che vedere con il mondo umano e che la politica riguardasse appena gli umani. “La politica si fonda sul dato di fatto della pluralità degli uomini. Dio ha creato l’ uomo, gli uomini sono un prodotto umano terreno, il prodotto della natura umana.(…) Per tutto il pensiero esiste soltanto l’ uomo (…) cosi come per la zoologia esistono solo i leoni. I leoni, sarebbero così, una faccenda che riguarda soltanto i leoni. (…) La politica tratta della convivenza tra i diversi umani. Politicamente gli umani si organizzano in base a determinati tratti comuni.” (Arendt H Che cos’è la politica) Hannah Arendt si sbagliava e con lei tutto il pensiero politico occidentale da Platone a T. Hobbes. Siamo imparentati ai virus e ai pipistrelli e il nostro agire e le nostre decisioni dipendono e sono influenzate da diverse entità.
Il XXI secolo non sarà più governato dagli umani, dai parlamenti e dall’ agire politico. E’ necessario e urgente cambiare il nostro modo di pensare ed iniziare a considerare l’ umanesimo come l’ espressione della nostra superbia e del nostro autismo razionale e la ragione politica come il principale pericolo e la vera minaccia alla perpetuazione della nostra specie.